Paolo Costanzo Logo

IL NUOVO LIBRO DI PAOLO COSTANZO

Italia al bivio Disponibile anche in e-book

italia al bivio

Sinossi

Al di là delle favole e delle polemiche funzionali al consenso elettorale, le quali hanno la capacità di distorcere la nostra comprensione del progresso sociale, c’è un modo solo per affrontare le complessità e le criticità che attanagliano il nostro Paese: conoscerle, analizzarne le cause, elaborare le possibili soluzioni. Entità del debito pubblico come conseguenza di politiche di bilancio dettate dal consenso elettorale immediato, una scarsa attenzione all’innovazione e alla formazione, politiche sociali inefficaci a ridurre le disuguaglianze e la povertà (anche educativa), norme confuse che penalizzano imprese e cittadini, ostacoli alla libera concorrenza. Questi e altri sono i fenomeni che frenano la crescita del Paese. L’Italia si trova a un bivio: cedere alle pulsioni elettorali o costruire un consenso funzionale ad un sistema economico e sociale la cui prosperità si fonda su cittadini che possano esprimersi come esseri umani liberi all’interno dei vincoli ambientali e delle risorse di un Pianeta che non è infinito. Una Unione Europea libera dai vincoli posti dall’unanimità e dalle tentazioni nazionaliste, una classe dirigente munita della necessaria visione e delle competenze indispensabili ad affrontare le complessità in maniera consapevole ne sono la premessa indispensabile. Le risorse previste dal PNRR sono un’occasione irripetibile e qualora non dovessero essere allocate in maniera efficiente le conseguenze saranno pagate a caro prezzo dai cittadini e dalle future generazioni.

Perché ho scritto questo libro?
Il risultato delle elezioni politiche del 2018, il primo Governo gialloverde e la dissennatezza politica che qualificò le diverse uscite pubbliche dei leader di Governo, il successo di Trump e l’esito del referendum per la Brexit suscitarono in me una profonda preoccupazione circa la tenuta della democrazia liberale nel nostro Paese e in Europa.
 
Ho iniziato a domandarmi perché, quali erano le ragioni che inducevano la maggioranza degli italiani, e anche una grossa fetta della popolazione europea, a ritenere che le cause del proprio malessere fossero l’Unione Europea, l’euro e gli immigrati. Si è rivelato un esercizio essenziale alla crescita del mio pensiero politico ed economico. Ho avuto la conferma che non possiamo fare a meno della costruzione Europea, che il problema non sono gli immigrati ma l’assenza di adeguate politiche di integrazione e che innovazione, inclusione, formazione continua, politiche sociali efficaci e una distribuzione più equa della crescita economica sono essenziali alla stabilità politica e alla tenuta della democrazia liberale.
Leggi Riduci